Affitti in nero rischi e sanzioni
Niente più sanzioni per i proprietari dopo le segnalazioni degli affitti in nero da parte degli inquilini all’Agenzia delle Entrate. Dopo la sentenza della Suprema Corte non sarà più possibile avere, per l’inquilino, il contratto d’affitto 4 + 4 con canone più basso, ecco i motivi.
Gli inquilini denunciavano i proprietari per gli affitti in nero non per una violazione fiscale, ma per trarne a loro volta benefici, e le norme che disciplinano le sanzioni inflitte ai proprietari sono state riviste con la sentenza della Corte Costituzionale numero 50 del 2014. Il decreto in questione prevede che l’inquilino possa denunciare il proprietario quando questi affitti in nero il proprio immobile in uno dei seguenti casi:
1) quando registra un contratto di comodato gratuito;
2) quando registra un canone di locazione inferiore a quello che in realtà l’inquilino paga;
3) quando il contratto non viene registrato entro 30 giorni dalla firma dello stesso.
Solo in uno di questi tre casi l’inquilino può denunciare il proprietario per l’affitto in nero, e le sanzioni per il proprietario sono l’obbligo di stipulare un contratto di una durata di quattro anni rinnovabile per altri quattro con un canone di locazione, pari al triplo della rendita catastale e dal secondo anno un adeguamento ISTAT del 75% (una cifra molto bassa rispetto ai canoni di locazione pagati abitualmente).
Con la sentenza della Corte Costituzionale si annullano tutti i contratti stipulati in tale modo dopo il 6 giugno del 2011 a seguito di denuncia dell’inquilino per affitto in nero. Sono stati annullati circa 500mila contratti, ma la paura più grande ora è, per gli inquilini che hanno usufruito di tali contratti, che potrebbero vedersi chiedere dal proprietario un risarcimento per essere stato costretto ad affittare per oltre due anni il proprio immobile ad un prezzo molto inferiore a quello di mercato dopo la denuncia dell’inquilino per affitto in nero.