Etichetta d’origine: dal 2019 potrebbe decadere l’obbligo.
Un nuovo regolamento Ue, che sarebbe applicato da aprile 2019, potrebbe cancellare l’obbligo per le aziende produttrici di alcuni alimenti di indicare l’origine geografica della materia prima.
Sono recenti le leggi che hanno introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di pasta, riso, latte, formaggi e pomodoro, ma il loro destino è di essere invalidate a breve in quanto norme nazionali e quindi più deboli rispetto a quelle comunitarie. Un regolamento europeo, peraltro atteso almeno da quattro anni, le renderà del tutto inutili. La Commissione ha sottoposto il testo a una consultazione pubblica che si chiuderà il prossimo primo febbraio e il regolamento, che potrebbe entrare in vigore poche settimane più tardi, si applicherà dall’aprile 2019. Questo era già previsto da tutti i decreti introdotti nel 2017 dall’Italia: non appena Bruxelles approverà il testo comunitario, decadranno.
Tutto verte intorno all’origine dell’ingrediente primario: sarà obbligatorio indicarne l’origine se diversa da quella del prodotto finito.
La bozza elaborata a Bruxelles a prima vista non sembra discostarsi di molto dai decreti voluti dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, ma non è così. L’obbligo, infatti, non varrà per le indicazioni geografiche protette Dop e Igp ma soprattutto non si applicherà ai marchi registrati che, a parole o con segnali grafici, indicano già di per sé la provenienza del prodotto. Restano però le tutele previste dal regolamento 1169. Tutti i marchi che evocano italianità nel nome o nella grafica, ma che italiani non sono, dovranno comunque recare la precisazione che il prodotto non è made in Italy. Con una precisazione: l’origine del prodotto indica il Paese in cui l’alimento ha subito l’ultima trasformazione sostanziale. Nulla a che vedere con l’ingrediente primario.